“Pandoro-gate. Lo scandalo legato alla pubblicizzazione e alla vendita di una marca di pandoro.” Scrive questo la Treccani a fianco del nuovo neologismo del 2024, nato dallo scandalo che ha coinvolto Chiara Ferragni, la conosciuta influencer, e il pandoro di una nota marca.
Il termine racchiude in sé quanto abbia colpito il caso, questa poca chiarezza nella pubblicità, soprattutto legata alla beneficenza.
Tutto ebbe inizio nel novembre del 2022 quando Ferragni lanciò un campagna social in collaborazione con l’azienda Balocco per pubblicizzare un’edizione speciale del pandoro. Un pandoro brandizzato Ferragni: rosa e con il costo raddoppiato. Dalla campagna si evinceva che una parte del ricavato sarebbe andato all’Ospedale Regina Margherita, a sostegno delle cure dei bambini. Cosa che giustifica il rilevante costo: 9,37 euro.
Da un’inchiesta giornalistica è invece saltato fuori che una donazione all’ospedale era già stata fatta tempo prima, con un importo forfettario di 50 mila euro.
Il 15 dicembre 2023 l’Antitrust sanziona sia la Ferragni che l’azienda produttrice del pandoro, per oltre un milione di euro lei e 420 mila euro l’azienda, rimarcando che la strategia commerciale messa in atto fosse scorretta e ingannevole. Anche l’Agcom (Autorità Garante delle Comunicazioni) e le Procure di competenza parlano di pubblicità ingannevole.
Il caso è stato chiuso con i consumatori con un accordo tra la Ferragni, il Condacons e l’Associazione Utenti Servizi Radiotelevisivi, un risarcimento ai consumatori e il rimborso delle spese legali sostenuti. Inoltre, l’influencer, ha donato 200mila euro alle donne vittime di violenza
La vicenda ha così portato all’adozione da parte del governo di quello che è stato chiamato ‘decreto-Ferragni’, che impone a influencer e micro-influencer regole più definite per le operazioni di questo tipo, ad esempio l’obbligo di comunicarle prima all’Antitrust.
Effetto disastroso anche sulla Ferragni e sul suo ex marito, Fedez, con la perdita di milioni di follower sui social.